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Aiti, se il digitale entra nelle PMI

Ago 29, 2018Press

Dibattito sulle sfide delle piccole e medie aziende nella quarta rivoluzione industriale. Un approccio più snello all’innovazione tecnologica aiuta le imprese a trasformarsi.
di Erica Lanzi

Pur realizzando che la trasformazione digitale è un fenomeno sempre più attuale, per molte imprese non è evidente capire come muoversi in questa nuova dimensione. La digitalizzazione può essere Infatti un’arma a doppio taglio: se da una parte apre molti orizzonti, dall’altra implica necessariamente una trasformazione profonda degli impieghi.

E infine non è sempre facile trovare la giusta quadra tra budget Aziendali e investimenti necessari nel digitale per ottenere risultati efficienti. la questione riguarda in particolar modo le piccole e medie imprese: in Ticino, su 34.000 aziende,l’85% conta meno di 5 collaboratori. Per questo motivo l’associazione delle Industrie ticinesi (AITI) ha organizzato ieri presso il centro stampa del Corriere del Ticino un incontro sul tema “La Digital transformation nel Ticino 4.0”, per parlare delle reali possibilità di azione.

All’apertura dei lavori Stefano Modenini, direttore dell’AITI, ha sottolineato come la digitalizzazione sia oramai diventata un fenomeno culturale e sociale, che permette e facilita a tutti l’uso della tecnologia in modo democratico. Il ritmo del cambiamento impone però una reazione veloce. Un buon esempio potrebbe essere l’industria della carta. Come ha illustrato Marcello Foa, CEO del gruppo Corriere del Ticino, se da una parte i giornali on line ora possono raggiungere istantaneamente milioni di utenti, dall’altra deve fare i conti con un modello di business che ha modificato i suoi paradigmi in modo radicale, con conseguenze non indifferenti anche sull’organico.

Tuttavia, secondo il vice direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia Giorgio Metta, quest’ultimo aspetto della digitalizzazione non dovrebbe preoccupare più del necessario. Il progresso tecnologico si accompagna Infatti all’invecchiamento della popolazione, per cui è probabile che nei prossimi anni Le due forze si compenseranno. A livello pratico, la sfida per le aziende, soprattutto PMI, è quella di trovare ora concrete possibilità di sviluppo, facendo leva sul fatto che man mano che la quarta rivoluzione avanza, l’approccio al mondo digitale è sempre più semplificato, ha sottolineato Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia.

Mentre da parte sua, l’istruzione classica e professionale deve evolvere sia per quanto riguarda la formazione di base, sia per quanto riguarda quella continua, ha aggiunto Alberto Petruzzella, presidente del consiglio SUPSI.

Per l’ingegnere Matteo Nembri, fondatore della OWL Solutions di lugano, il primo passo è indubbiamente quello di capire qual è il percorso individuale da seguire per migliorare e ottimizzare i processi aziendali tramite software appropriati. Ad esempio, tra i primi anelli della trasformazione digitale c’è il cambiamento degli archivi cartacei in archivi digitali. Attenzione – ha sottolineato Mirko Nesti della Tectel – perché un file abbia la stessa valenza legale del cartaceo, non deve essere modificabile. La raccolta e l’organizzazione e i fatti sono un altro dei grossi filoni della quarta rivoluzione.

Non a caso i big data sono definiti anche come l’oro del futuro. Ma la raccolta di per sé non basta se poi non si è capaci di trovarli, analizzarli ed elaborarli in modo efficiente. Giorgio Padovan di ICE Suisse ha dunque approfondito il tema della “business intelligence”, che permette ai manager di sfruttare al meglio i dati raccolti e quindi di prendere effettivamente delle decisioni più informate. Marco Pettenella di Parametric Design ha invece sottolineato l’importanza dell’integrazione dei linguaggi.

Ad esempio, è essenziale che le macchine possano comunicare con un cervello centrale in modo da snellire i processi lungo la filiera produttiva. Valentino Benicchio di Noovle, che è uno dei 50 premium partner di Google, ha invece parlato dell’integrazione dei sistemi attraverso la trasformazione digitale. E infine, digitalizzazione significa apertura di orizzonti anche in termini geografici grazie all’e-commerce che permette alle aziende di commercializzare i loro prodotti in tutto il mondo.

Le vendite online presentano anche problematiche di logistica e fiscalità, ha ricordato Leonardo pecchioli, CEO di Keros Digital, ma permettono alle imprese locali di ottenere un riconoscimento anche in mercati stranieri.

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